Arte

Dove dimora il Dio Blu

Numero 04, 2019

Dove dimora il Dio Blu

Punam Goel |autrice

Numero 04, 2019


L'arte pichvai di Nathdwara, nel Rajasthan, rappresenta i racconti gloriosi della vita del Signore Krishna ed è sopravvissuta nel corso dei secoli grazie alla vivacità delle sue composizioni e all'adat-tabilità dei temi rappresentati

Dove puoi trovare la perfetta armonia tra bellezza e devozione se non in un dipinto pichvai (pichwai)? La pittura pichwai, comunemente nota come pichvai, è un’antica forma d’arte indiana originaria di Nathdwara, una cittadina nei pressi di Udaipur, nel Rajasthan. Estremamente complessi e sofisticati, questi dipinti a grandezza naturale sono stati realizzati su stoffa e raffigurano le vicende della vita del signore Krishna, noto anche con il nome di “Dio blu”. Secondo la tradizione, questi dipinti venivano appesi dietro la statua di Srinathji (una rappresentazione della divinità all’età di sette anni) nell’omonimo tempio di Nathdwara, per esaltare la bellezza del santuario. Poiché la divinità è venerata in qualità di forma fanciullesca del Signore Krishna, viene trattato con la massima cura, e questo si rispecchia nei dipinti pichvai.Pooja Singhal, fondatore della Pichvai Tradition & Beyond, un’organizzazione impegnata nel rilancio di questa forma d’arte classica, dichiara: “La tradizione in miniatura del pichvai ha una lunga storia, le cui radici si ritrovano nel culto religioso medievale per il Dio Visnù risalente al XVI secolo.

una colorata raffigurazione del Dio Krishna nei panni di Shrinathji nel tempio Vaishnav di Shri Nathadwara, in Rajasthan.

La pittura pichvai caratterizzata dalla combinazione di pich (retro) e wai (sospeso), è parte di un insieme più ampio degli elaborati rituali del tempio (della setta Vaishnavite Pushti Marg, fondata dal filosofo Vallabhacharya), combinando pratiche estetiche e spirituali con la decorazione del tempio, degli idoli e le grandi festività”.Quando ebbe inizio la tradizione della pittura pichvai, cinque artisti furono autorizzati a recarsi in santa darshan (contemplazione) di Srinathji per alcuni minuti durante il suo dincharya (rituale quotidiano). Ogni darshan era un rituale elaborato, secondo il quale i vestiti di Srinathji venivano cambiati dai suoi sevak (devoti servitori). Questi rituali sono stati rappresentati magnificamente in dipinti, con particolare attenzione agli abiti da lui indossati, ricchi di colori vivaci, con bordi scuri e impreziositi da decorazioni in oro zecchino. Presto divenne una forma d’arte, che non solo rappresentava ciò che stava accadendo nel tempio e fungeva da parete decorativa appesa per la divinità, ma iniziò anche a rappresentare gli eventi della sua vita.

il proprietario di un negozio con le sue opere d’arte pichwai vicino al tempio Shrinathji, a Nathdwara;

Esposti in forum prestigiosi, come la Biennale di Kochi e l’India Art Fair, i dipinti pichvai continuano a restare in vita e stupiscono gli intenditori d’arte.

Singhal spiega: “Inizialmente i pichvai venivano realizzati con incantevoli motivi geometrici e floreali dipinti attorno a spazi vuoti al centro, in cui veniva posta la divinità del tempio. Tuttavia, nel corso dell’ultimo secolo, i tessuti dipinti che vennero utilizzati al di fuori del santuario assunsero un nuovo ruolo di arte murale e, per la loro estetica vivace, divennero molto ricercati dagli esperti, dando vita, a poco a poco, una nuova attività tra i collezionisti”.

Sapevate che?

Nel corso degli anni, si è assistito a un declino di questa forma d’arte, provocato dal duplice impatto della riduzione del mecenatismo e dalla richiesta di quadri più economici e, quindi, di scarsa qualità da parte dei pellegrini. È quasi impossibile ricreare il complesso disegno e l’equilibrio creativo che è il marchio di fabbrica di un autentico dipinto pichvai. Un altro motivo è la riluttanza delle giovani generazioni di artisti a sottomettersi alla disciplina e al rigore della formazione necessaria per diventare maestro pittore pichvai.

un bellissimo dipinto della Nalkdwral pichwai School che raffigura il Dio Krishna mentre celebra l’holi;

Oltre ai dipinti pichvai di Nathdwara, ci sono anche i pichvai di Deccani che sono molto più rari, in particolare quelli di Kalamkari. I pichvai di Deccani furono realizzati per i ricchi mercanti gujarati, stabilitisi a Hyderabad per ragioni commerciali, che venivano commissionati per i loro santuari personali o da offrire al tempio Shrinathji.
Sebbene questa forma d’arte tradizionale non venga associata esclusivamente alla divinità, ha preso a ispirare e influenzare lo stile di vita contemporaneo. Le opere della pittura pichvai continuano ad abbellire le pareti – degli intenditori d’arte, quelli che mostrano un’affinità con l’arte indiana classica e persino le generazioni più giovani – anche se con un tocco e un’interpretazione contemporanea per quel che riguarda i colori usati, la composizione e talvolta le caratteristiche di Srinathji. Si possono trovare anche formati più versatili, che si adattano alle pareti di appartamenti, nicchie e angoli più piccoli, rendendo questa forma d’arte più accessibile e pertinente per il nuovo acquirente.

grandi opere d’arte pichwai, elaborate e incantevoli, che ritraggono il Dio Krishna e la sua mandria di mucche

E non finisce qui. Anche gli stilisti indiani stanno introducendo nelle loro creazioni alcuni elementi e disegni della pittura pichvai. Prendiamo Rohit Bal, per esempio. Alcuni anni fa, il celebre stilistaha collaborato con la casa di design Good Earth per creare una collezione, in edizione limitata, di decorazioni per la casa intitolata “Husn-e-Taairaat” che presentava fiori di loto, pavoni dalla coda lunga, frutti, flora e fauna – tutti in stile vintage con la pittura pichvai. La casa di moda WeaveinIndia, con sede a Chennai, vanta anche creazioni ispirate alle bordature tempestate di perle e ai giardini della pittura pichvai.Per fortuna, grazie all’impegno di nuovi mecenati – come Singhal, che ha esposto i dipinti pichvai in vari forum prestigiosi, come la Biennale di Kochi, l’India Art Fair e in varie mostre a Nuova Delhi – i dipinti pichvai continuano a restare in vita e stupiscono gli intenditori d’arte.

Punam Goel

Punam Goel, ex giornalista di provata esperienza, è un appassionato d'arte con oltre 15 anni di esperienza nella documentazione, nella ricerca e nella scrittura di consulenza artistica indipendente, nella progettazione di mostre e in varie forme d'arte.
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