Responsabilità ambientale
Se il trekking diventa l'attività da praticare per sfuggire alla caco-fonia della città, diamo un’occhiata ad alcuni dei motivi per cui aiuterebbe a preservare i panorami incontaminati che catturano la nostra attenzione da tempo immemorabile
Mentre avanzo a fatica lungo il tortuoso sentiero che porta alla vetta di Kanamo, nella valle di Spiti, nell’Himachal Pradesh, non posso fare a meno di ricordare il mio viaggio di cinque anni fa, compiuto in questa stessa zona, quando il paesaggio era desolato ed arido. Oggi, tuttavia, il panorama che vedo è diverso. C’è l’illuminazione pubblica fotovoltaica, ci sono le scuole in cemento con studenti felici e una solida struttura sociale, cosa che era quasi inesistente solo un decennio fa.
Trekkable è una parola che può essere associata alla vetta di Kanamo, con la sua facilità di accesso. I numerosi sentieri che passano attraverso i villaggi di Kibber e Chicham, lungo un percorso ad altitudini così elevate, sono frequentati sia dagli esperti che dagli escursionisti in erba. Il più delle volte, le grandi impronte lasciate nella zona hanno effetti negativi, ma lo scenario che vedo davanti a me è abbastanza positivo. Noto percorsi chiaramente delimitati e un’infrastruttura sociale solida, sia per i turisti che per la gente del posto, per citarne alcuni. Con le città brulicanti di attività e l’accessibilità che diventa un fattore determinante per i ritiri marittimi, la sottile linea di confine che divide i viaggiatori avidi dagli appassionati d’avventura è diventata vaga. Nel corso degli anni, anche le preferenze dei viaggiatori sono cambiate. Ora, più che mai, preferiscono andare oltre i confini della comodità e sperimentare la natura nella sua versione migliore, non alterata, con un conseguente interesse diffuso nei confronti del trekking nell’entroterra. Ma questo cambiamento graduale ha avuto un prezzo. Se la gente si allontanava dagli itinerari percorsi più di frequente per andare verso terre fino ad allora inesplorate, gli ecosistemi in tutto il paese venivano messi a dura prova, poiché dovevano far fronte ai rifiuti abbandonati dai grandi gruppi di persone che iniziavano a fare trekking.
Trovare una soluzione
Nel corso dell’ultimo decennio, il flusso di turisti diretto verso svariati percorsi – che si tratti dei passaggi remoti dell’Himalaya maggiore, oppure delle fortezze che ancora si stagliano lungo i Ghati occidentali o delle lussureggianti colline verdi dei confini nord-orientali – è cresciuto esponenzialmente. Con l’aumentare del numero degli operatori dedicati al trekking, i danni inflitti ad alcuni degli ecosistemi più sensibili hanno iniziato a creare uno squarcio enorme. Nell’epoca attuale abbiamo l’obbligo assumerci la responsabilità di preservare la bellezza e la sacralità delle zone ecologicamente virtuose situate nel cuore dell’entroterra himalayano. E sono pochissime le agenzie che si sono assunte la responsabilità di trovare un soluzione al problema della gestione dei rifiuti in queste aree. Nel corso degli anni, queste organizzazioni, insieme alle comunità locali, hanno lavorato instancabilmente per diventare catalizzatori di iniziative pratiche per la gestione dei rifiuti solidi (SWM) nelle aree rurali, urbane e protette.
Negli ultimi tre anni, quasi il 50% dei rifiuti raccolti è stato deviato dalle discariche grazie al recycling (riciclaggio) e all’upcycling (riciclo e riuso)
C’era un senso generale di apatia e mancanza di consapevolezza che ha reso indispensabili molti cambiamenti comportamentali. E qualsiasi progetto volto in quella direzione aveva bisogno della collaborazione e del supporto di tutte le parti interessate per avere successo – trekker, società di trekking o turistiche, villaggi, ONG e governo. L’idea di preservare le nostre montagne incontaminate è stata formalizzata con un’iniziativa chiamata Green Trails. L’idea era quella di integrare la responsabilità in ogni aspetto del viaggiare verso le eco-zone ricche di bellezze paesaggistiche, ma mancavano di metodologie o infrastrutture adeguate per affrontare il problema della crescente produzione di rifiuti.

La strada meno battuta
Sin dall’inizio, diverse iniziative della ONG Waste Warriors si sono evolute in vari modi. Partendo da soluzioni innovative per i rifiuti organici e solidi, questi programmi sono cresciuti fino a includere il concetto di bonifica di intere aree, creando unità di pulizia settimanale, pattumiere e diversi punti di raccolta dei rifiuti che semplificano il problema della raccolta differenziata dei rifiuti. Prendiamo ad esempio i passi da gigante che hanno compiuto per arrivare a una politica “zero sprechi” nelle famose cascate di Bhagsu, a Dharamsala. Un altro rivoluzionario passo in avanti compiuto da Indiahikes è stato quello di deviare i rifiuti dalle discariche che hanno portato all’avvelenamento cronico delle risorse naturali, sia di superficie che del sottosuolo. Negli ultimi tre anni, quasi il 50% dei rifiuti raccolti è stato deviato dalle discariche grazie al recycling (riciclaggio) e all’upcycling (riciclo e riuso). Lungo il percorso, Indiahikes ha adottato la filosofia del Mahatma Gandhi: “Devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. “Abbiamo iniziato a identificare i rifiuti che abbiamo prodotto come organizzazione e ci siamo impegnati per ridurli. Siamo passati alla riprogettazione delle nostre abitudini alimentari, eliminando anche i prodotti confezionati. Abbiamo collaborato con i dhabas (catene di ristoranti in autostrade) educandoli alla separazione dei rifiuti e alla cultura del compostaggio dei rifiuti organici. Li abbiamo aiutati anche a ridurre regolarmente le quantità dei loro rifiuti. Molti di loro hanno cambiato le proprie abitudini alimentari per introdurre prodotti locali e ridurre invece agli alimenti trasformati “, afferma Lakshmi, che dirige l’iniziativa Green Trails (Training and Induction) di Indiahikes.

Mobilizzazione efficace
I membri dell’iniziativa stanno apportando innovazioni in tutti i settori: dalla progettazione di eco-servizi igienici in grado di funzionare a temperature inferiori allo zero fino alla gestione e conservazione dell’energia. Stanno anche lavorando per ridurre l’impronta di carbonio dei rifiuti riciclabili e non riciclabili nelle montagne per mezzo di eco-bag che sono diventati un must per ogni gruppo guidato da Indiahikes. E i risultati si vedono. Sui sentieri che portano a Sandakhpu (una delle vette più alte, situata al confine tra India e Nepal) e Lohajung (il campo base per il trekking che porta al lago Roopkund), questi semplici metodi di raccolta differenziata e upcycling hanno portato a ciò che può essere definito come “restauro ecologico di massa”. Fin dall’inizio, il computo ha superato ben 54.000 kg di rifiuti raccolti. L’uso di sacchetti di plastica si è notevolmente ridotto. I servizi igienici a secco garantiscono che i rifiuti umani non inquinino le fonti idriche, trasformandoli in compost utile per concimare il terreno in un arco temporale di sei mesi. Le politiche che vietano di lavarsi vicino ai corsi d’acqua hanno inoltre contribuito a ridurre l’afflusso di effluenti di lavaggio che raggiungono i principali corsi d’acqua.
Realizzazione del progetto
Quando Green Trails è stato oggetto di attenzione, i membri fondatori di Indiahikes hanno compreso che era necessario un cambiamento, di prospettiva e di mentalità. Individuare gli immensi benefici del vivere all’aperto e gestire il tutto in modo da causare il minor impatto possibile sulla natura era estremamente importante. Vi è una crescente consapevolezza in merito al problema dei rifiuti presenti sugli itinerari di trekking. Green Trails è riuscito a normalizzare le basilari pratiche di sostenibilità nella maggior parte degli itinerari di trekking in Himalaya. I mezzi tradizionali che utilizzavano rigide normative ha lasciato il posto alla collaborazione e all’autoregolamentazione. Sono stati avviati dialoghi in merito a una maggiore protezione per le zone ecologicamente sensibili e molte aree del Paese si stanno muovendo verso l’attuazione di norme speciali, che garantiscano una concreta crescita sostenibile per le aree designate. Per il futuro, le organizzazioni si stanno muovendo verso l’ideazione di nuovi sistemi per cui i rifiuti possano essere gestiti in modo efficiente alla fonte. L’upcycling sembra essere una scelta logica: semplice, efficace e facilmente scalabile. IndiaHikes si è impegnata con le donne dei villaggi locali per fabbricare prodotti riciclati – garantendo loro la stabilità finanziaria necessaria nella procedura – e ora descrive quello dei rifiuti come un problema che può essere facilmente risolto.
