Patrimonio

Conservazione di un antico mestiere

Issue 06

Conservazione di un antico mestiere

Maling Gombu |autrice

Issue 06


Mon shugu, una tradizione millenaria di fabbricazione della carta dell'Arunachal Pradesh, ha avuto una nuova prospettiva di vita con il Primo Ministro indiano Narendra Modi che ne parla nel suo discorso mensile alla nazione. Il crociato locale Maling Gombu, elogiato dal Primo Ministro per aver preservato la tradizione, ci accompagna attraverso il viaggio di questo mestiere

L’Arunachal Pradesh è ricco di artigianato tradizionale, forme d’arte e risorse naturali, che hanno il potenziale per sviluppare industrie basate sui villaggi ed aiutare lo sviluppo economico rurale. Lo Stato è anche sede di diverse comunità tribali, tra cui Wancho, Nocte, Tangsa, Singpho, Khampti, Mishmi, Adi, Galo, Padam, Minyong, Memba, Apatani, Nyishi, Tagin, Aka, Miji, Sherdukpen e Monpa, ognuna delle quali esibisce cultura, lingua, usi e costumi distintivi. Molti dei loro mestieri sono rimasti confinati nelle loro comunità per secoli ed è solo ora che vengono mostrati al mondo.Monyul Tawang, un distretto di frontiera dell’Arunachal Pradesh che confina con il Tibet ed il Bhutan, è abitato dalla tribù Monpa. Nonostante la distanza ed il terreno inospitale del distretto, la regione è diventata una popolare meta turistica e sta facendo progressi apprezzabili nello sviluppo economico pur perseguendo le sue competenze tradizionali.Uno dei loro mestieri tradizionali, che è stato recentemente portato alla ribalta dal Primo Ministro Narendra Modi in uno dei suoi discorsi radiofonici mensili, il Maan Ki Baat, è l’arte di fare mon shugu, una carta fatta a mano da un arbusto locale chiamato shugu sheng. Come ha spiegato il Primo Ministro, il mon shugu non è solo un patrimonio culturale, ma una pratica sostenibile che porta con sè moltemplici benefici: protegge l’ambiente e può generare occupazione.

An elderly woman from Arunachal Pradesh’s
Una donna anziana della comunità Monpa dell’Arunachal Pradesh fa girare le ruote della preghiera in un monastero a Tawang

La storia

Antica di quasi 1.000 anni, questa forma d’arte autoctona di fabbricazione della carta dei Monpas utilizza la corteccia di un arbusto locale chiamato shugu sheng (Daphne papiracea). Il processo per trasformare la corteccia secca in carta è noioso e non molti lo praticano oggi. Mentre la maggior parte degli artigiani ha rinunciato alla pratica, le foreste che circondano Mukto, un villaggio arroccato a un’altitudine di 3,800 piedi nel distretto di Tawang, viene coltivato l’arbusto shugu sheng e alcune famiglie di artigiani praticano ancora questo mestiere.Tradizionalmente, questa carta ruvida e fatta a mano è stata utilizzata nei monasteri buddisti per scritture religiose, manoscritti, bandiere di preghiera e talvolta come parte di aste di bandiere e rotoli di preghiera. Non solo i monasteri locali, il mon shugu era richiesto anche in paesi come Tibet, Bhutan, Cina e Giappone. Nei tempi antichi, la carta veniva usata per scrivere mantra, sutra ed epopee buddiste. Attualmente viene utilizzata anche per scopi artistici e per realizzare squisiti articoli da regalo.

Il processo

Il processo di realizzazione della carta è molto sistematico e segue tradizioni secolari. La raccolta della corteccia inizia tra marzo e aprile, e prosegue fino a dicembre, prima della stagione della fioritura. Nella fase in cui sull’arbusto compaiono i fiori e poi i frutti, la corteccia non viene raccolta, in modo da permettere alla pianta di rigenerarsi.La corteccia raccolta nella prima parte dell’anno viene utilizzata per la fabbricazione della carta durante il resto dell’anno. Per ottenere circa 1,5 kg di corteccia sono necessarie dalle quattro alle cinque piante, a seconda delle dimensioni della pianta. Dalla corteccia di una pianta si possono ricavare almeno due fogli di carta (lunghi 62 cm e larghi 51 cm). Dopo la raccolta, le cortecce vengono raschiate dallo strato esterno e le parti interne, morbide, vengono accuratamente lavate e asciugate al sole. La corteccia viene poi passata nell’acqua di cenere, messa a bagno e tagliata in pezzi più piccoli prima di essere bollita. Il residuo viene poi battuto in pasta e steso come un foglio di carta. L’intero processo artigianale si traduce in carta che ha una trama unica. La levigatezza della superficie della carta dipende dall’asciugatura: generalmente, un lato della carta è simile al tessuto e l’altro è leggermente più ruvido con una trama simile ad una fibra lunga. In un giorno si possono preparare e asciugare circa 100 fogli di carta se le condizioni atmosferiche lo consentono.

Local women artisans working on the pressing machine at the centre.
Artigiane locali che lavorano alla pressa al centro

Sfide e soluzioni

Mon shugu è un prodotto forestale non legnoso (NTFP) e naturale sviluppato senza sostanze chimiche. Rispetto alla carta convenzionale, la longevità e la durata del mon shugu sono molto più lunghe e si dice che abbia un’immensa resistenza alla trazione. A questi sono anche collegati i saperi e le pratiche tradizionali, importanti per un uso prudente delle risorse e per la conservazione della biodiversità.L’organizzazione di volontariato con sede a Tawang, Youth Action for Social Welfare, ha lavorato per preservare questo patrimonio culturale unico. Anche la Khadi and Village Industry Commission (KVIC) ed il Kumarappa National Handmade paper Institute (KNHPI) stanno compiendo sforzi. Ma ci sono diversi ostacoli, il più importante è che molte comunità non consentono che i loro prodotti forestali vengano portati fuori dai villaggi. Una soluzione potrebbe essere incoraggiare le piantagioni dell’arbusto e trovare un mercato commerciale adatto. Shugu sheng è una specie indigena molto importante poiché la sua corteccia fibrosa è utilizzata per la fabbricazione della carta, il fusto per la legna da ardere ed i fiori per la preparazione del profumo. È stato principalmente osservato che la pianta cresce in una chioma chiusa, quindi le persone possono coltivarla, ricavare legna da ardere e utilizzare le foglie per la pacciamatura nei campi agricoli. Pertanto, può ridurre in una certa misura la pressione sulle foreste naturali. C’è un mercato locale per questa carta poiché viene utilizzata nelle preghiere quotidiane e nel confezionamento di oggetti speciali come il burro. Ma esiste anche un mercato internazionale in paesi come la Cina ed il Giappone, dove viene utilizzato per scrivere scritture. Gli artisti giapponesi usano questa carta per la calligrafia.La coltivazione pianificata di questo arbusto e la sua commercializzazione potrebbero sostenere finanziariamente le tribù Monpa e la tecnologia ecologica può fungere da sistema di produzione sostenibile. Può tradursi in un complessivo sviluppo socioeconomico senza compromettere l’ambiente ecologico incontaminato nella regione montuosa. Una volta che il prodotto diventa finanziariamente sostenibile, gli artigiani torneranno al loro mestiere. Ma al di là dell’economia, ciò che conta di più è la conservazione di questa tradizione millenaria, un patrimonio vivo che si intreccia con la cultura di un’antica comunità.

Maling Gombu

Avvocato di professione, Maling Gombu è presidente dello Youth Action for Social Welfare, Tawang. È stato riconosciuto dal Primo Ministro Narendra Modi per i suoi sforzi per conservare, proteggere e promuovere l'arte di fabbricare la carta mon shugu e mantenere vivo questo mestiere autoctono.
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