L'India ha il suo mini laboratorio spaziale!
L'Indian Space Research Organization presenta un altro fiore all’occhiello con il lancio di EMISAT e di 28 nanosatelliti prodotti da clienti internazionali
Non è uno scherzo, il 1° aprile 2019 l’India e il mondo hanno dato vita il loro primo “mini laboratorio spaziale”! Era la 47ª missione del vettore Polar Satellite Launch Vehicle (PSLV), il “mulo dei cieli”, ed è stata una delle missioni più innovative che ha anche donato all’India un laboratorio fluttuante nello spazio, in un’orbita a 485 km di altezza. Questa è stata anche una missione “tre in uno” di prima categoria, in cui l’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (ISRO) ha ottimizzato l’uso di un singolo missile per raggiungere tre orbite diverse.
Il missile da 320 tonnellate, alto quasi 44 metri, trasportava il suo passeggero, il satellite EMIsat, di 436 kg, destinato alla misurazione dello spettro elettromagnetico e realizzato essenzialmente per l’Organizzazione della ricerca e sviluppo nell’ambito della difesa. Inoltre, con il lancio sono stati messi in orbita 28 nanosatelliti prodotti da Stati Uniti, Svizzera, Lituania e Spagna, di cui 20 satelliti Flock-4A e quattro satelliti Lemur di Planet Labs, prodotti in California. I satelliti sono stati posizionati in tre diverse orbite. Quindi, al costo di un singolo lancio sono stati ottenuti tre risultati. In un discorso dopo la missione, il presidente dell’ISRO, K Sivan, si è congratulato con i team di lancio dei satelliti coinvolti nella missione, dichiarando: “La missione PSLV compiuta oggi è stata unica. È stato un cambiamento, il vettore ha raggiunto tre orbite diverse e, per la prima volta, l’ultimo stadio del razzo, il PS4, è stato alimentato da pannelli solari.”

È stata una lunga missione di tre ore e, alla fine della “maratona”, il PSLV ha messo in orbita “il mini laboratorio galleggiante indiano” a gravità quasi zero. Per fare ciò, l’ISRO ha convertito l’ultimo stadio del razzo, il PS4, in una piattaforma orbitale a tutti gli effetti. Di solito l’ultimo stadio del razzo si trasforma in detriti spaziali dopo il lancio, ma l’ISRO ha deciso di estendere la sua vita di alcune settimane, trasformandolo in un laboratorio spaziale.
Il PS4, che ha gravitato in un’orbita a 485 km di altezza è stato allacciato a pannelli solari, apparecchiature di comunicazione radio e sono stati inseriti tre carichi utili, ovvero mini satelliti, nell’ultimo stadio del missile. I carichi utili trasportati dal PS4 sono il sistema di identificazione automatica dell’ISRO, il sistema di ripetizione automatica di AMSAT e un avanzato analizzatore del potenziale ritardante per studi ionosferici dall’Istituto indiano di scienza e tecnologia spaziale. Si tratta di carichi utili sperimentali per i quali ai ricercatori è stato offerto un viaggio gratuito nello spazio per testare le tecnologie futuristiche.

Sivan ha dichiarato che la missione PSLV C-45 è stata speciale perché, per la prima volta, il vettore PSLV veniva impiegato in una missione che prevedeva il raggiungimento di tre orbite con un singolo volo. Inizialmente il satellite principale è stato lanciato a 784 km di altezza, successivamente il PS4 è entrato in funzione due volte per ridurre l’orbita a 504 km di altezza. Lì il vettore PSLV ha lanciato i 28 nanosatelliti prodotti da clienti internazionali e, successivamente, il vettore PSLV è stato riacceso e il PS4 è stato avviato due volte, per ridurre l’orbita a 485 km di altezza, dove il PS4 funziona come piattaforma orbitale.
Sivan sottolinea che non sono molti i paesi che hanno cercato di riutilizzare gli ultimo stadi del missile. Secondo lui “Questo offrirà nuove opportunità alle start-up e ai ricercatori universitari per fare dello spazio un luogo ottimale per i carichi utili. Inoltre, i clienti non dovranno più sforzarsi troppo nella produzione dei satelliti, ciò di cui hanno bisogno è che il loro esperimento spaziale venga compiuto dall’ISRO. Sivan aggiunge: “Si apre una nuova era per la ricerca nello spazio, a basso costo ma efficiente, che si avvale dell’innovativo mini laboratorio spaziale indiano”.